"Il Gallo" nasce in una famiglia di fotografi, prende il nome del nonno paterno, diventando di fatto Gerardo Gallo.
Una vita passata ad essere figlio, cercando di scrollarsi di dosso la figura dell'essere anche qualcosa che vive sotto l'energia di questo nonno, che aveva tanti talenti, impicci e una vita molto misteriosa.
Ho sempre amato suonare: da bambino le pentole e i vecchi fustini del detersivo Dixan erano la mia batteria immaginaria. Mia mamma mi racconta che ogni oggetto che potevo afferrare, diventava una bacchetta con cui poter percuotere e dare il tempo alla vita che stavo sperimentando.
La mia famiglia mi ha dato tanto amore, ma anche tanti "No!".
Ma quei no, sono stati anche il frutto di una difficoltà a saper "Chiedere".
Se non so chiedere bene, come posso mai ricevere?A questa domanda cerco ogni giorno risposte sempre più vicine ai miei veri desideri, con la fiducia che arrivi quanto prima la risposta desiderata.
Ad oggi so che quei no, sono stati la base della mia ricerca continua di costruire il mondo con le mie mani, di trovare un modo per riuscire ad arrivare ad avere quello che ho sempre desiderato a volte con tanta fatica.
Ma ora torno a parlarvi un po' di me.
Il primo passaggio importante di vita è stato quando decisi a 10 anni di entrare in seminario per diventare prete.
Primo step di un bisogno di spiritualità che come la musica, la scrittura e l'immagine, ha sempre abitato il mio mondo.
È proprio in terza media, grazie alla bellissima biblioteca che avevamo a disposizione, che mi imbatto in una rivista che spiegava come creare delle strutture, per poter ordinare meglio le idee e scrivere dei fantastici temi: "Le mappe concettuali". Applicando quella tecnica, iniziai a scrivere in un modo in cui non avevo mai scritto e questo metodo mi accompagna da allora ed è sempre un valido alleato per me.
La permanenza nel seminario e la mia possibilità di diventare "Papa" un giorno, si infransero negli occhi blu proprio della bellissima figlia della mia professoressa di italiano e la scoperta che esisteva il magico mondo del femminile, fece crollare immediatamente ogni mia velleità di carriera ecclesiastica.
Gli anni successivi saranno ben raccontati nelle altre due storie. Qui mi piacerebbe approfondire questo mio rapporto con la confusione che si crea quando arrivi su questa Terra e, tolti i primi due o tre anni in cui per forza di cose sei veramente te stesso, poi la famiglia e la società che ti hanno accolto, cercano in modo inconsapevole di formarti ed educarti secondo i loro principi. Il momento in cui ti accorgi che tutto questo non sei veramente tu, è il momento più difficile, ma è anche quello in cui comincia la vera strada di riscoperta verso il tuo vero "Io" e i tuoi veri desideri.
Ecco io ho passato almeno quarant'anni della mia esistenza a cercare di costruire la carriera, la famiglia, il tempo libero, governato dal concetto della "FATICA", dove ogni conquista, ogni possibile o apparente desiderio fosse raggiungibile solo con una applicazione e una determinazione eroica. Nulla era regalato, mi sono ritrovato per anni a fare tante cose per dovere, per cercare di piacere sempre agli altri, di cercare in ogni momento di dimostrare di essere il "Primo" e il più bravo in tutto ciò che desideravo realizzare.
Una fatica incredibile per trovare le mie strade, senza comprendere che le strade erano già quelle giuste, ma le scarpe con cui mi muovevo non erano veramente le mie.
Il viaggio continua e via via sto scoprendo tanto di me, ma soprattutto sto scoprendo quanto ancora posso imparare meravigliandomi, della bellezza che questo Mondo mi offre ogni giorno.
O' Regist è pronto ad accoglierti.